IL CASTELLO DI BORGO FORNARI

Dei numerosi passaggi di proprietà del castello di Borgo hanno e esaurientemente parlato Alessandra Sisto e Lorenzo Tacchella.
Fedeli al principio guida di pubblicare solo notizie che arricchiscano la conoscenza di un monumento, non li ripetiamo.
Abbiamo invece raccolto notizie, non inedite, ma certo poco conosciute, che permettono di asserire che, per circa un secolo, dalla metà del 1500 alla metà del 1600, il Castello di Borgo Fornari è stato l’unico vero castello residenziale della Valle Scrivia.
La prima intrigante notizia, si trova nel testamento di Domenico Spinola, figlio di Eliano, signore di Arquata e del Borgo dei Fornari.
Parlando del castello “da lui restaurato”, infatti Eliano da disposizioni affinché lo stesso sia destinato sempre al figlio primogenito.
E’ il 2 novembre 1490.
[Tacchella: “Busalla e la Valle Scrivia nella storia”, p. 307]
Otto anni dopo, Polidoro Calco, un cortigiano al seguito di Ludovico il Moro, che scendeva a prendere possesso da Signore di Genova, racconta in una lettera come, il Duca di Milano e la sua corte, avessero pernottato nel castello ospiti del feudatario Giovanni Spinola.
[Italo Cammarata: “Ludovico il Moro (Leonardo da Vinci), ospiti d’eccezione a Tortona e Novi.” In Novinostra - -dicembre 2008]
La notizia è confermata da un’altra lettera, questa proprio di pugno di Ludovico il Moro .
E’ il 27 marzo 1498.
Della spedizione faceva parte anche Leonardo da Vinci che accompagnava il Ludovico il Moro a Genova, incaricato dal Signore di Milano di realizzare le nuove fortificazioni di Tortona.

[Léon Pélissier: “Documents pour l’établissement de la domination francaise à Genes 1498/1500” pp 338-339 in Atti della Società Ligure di Storia Patria XXIV, 1894]

Nell’agosto del 1502 è la volta di un altro corteo ugualmente magnifico quello del nuovo “amico” di Genova, il re di Francia Luigi XII, in sosta anche lui al Castello di Borgo sulla via del Mare.
Il sovrano era partito il 22 agosto da Pavia e, passando da Tortona, Novi, Bosco e la Castagnola, arriva a Borgo da dove prosegue per Busalla e San Pier d’Arena.
Fra i tanti dignitari francesi e italiani, cardinali, futuri papi e varia nobiltà genovese, spicca il nome di Cesare Borgia, duca di Valentinois che, proprio al castello di Borgo lascia il corteo del re per recarsi nei suoi possedimenti italiani.
Per moltissimi anni, Jean d’Auton accompagnò Luigi XII con il compito di tenere un diario della vita del sovrano. Questo diario sotto forma di cronache è giunto fino a noi con il resoconto anche di questo viaggio, testimonianza indiretta ma certa della funzione del Castello di Borgo in quel periodo.
[Chroniques de Lous XII par Jean D’ Auton, tome III, Librairie de la Société de l’Histoire de France1889]
L’amicizia tra Genova e il re di Francia è di breve durata. Cinque anni più tardi Luigi XII scenderà a Genova da conquistatore.
E’ il 1507.
Due sono le cronache di questi fatti quella redatta da Jean d’Auton per il re e quella di B. da Porto per la città di Genova.
[“Descriptio adventus Ludovici XII” 1507 - - Atti Società Ligure di Storia Patria]
In sintesi,il sovrano arriva al castello di Borgo il 23 aprile e ne riparte tre giorni dopo, il 26.
I resoconti di questi due passaggi molto dettagliatamente raccontati, sono qui appena accennati non essendo questa la sede di approfondimenti.
Filippo Casoni, riferisce che l’11 dicembre 1548, il re di Spagna Filippo II in viaggio da Genova verso Bruxelles, costretto dal ghiaccio e dal vento a compiere quasi tutto il tragitto a piedi, si ferma a Borgo e pernotta, spesato dalla Repubblica Genovese, per poi far tappa il giorno successivo a Gavi.
Se a metà del 1500 il castello è una tappa obbligata nel percorso da e per Genova , in grado di soddisfare l’ospitalità di un re, nel 1623, e questa è notizia inedita, il castello è ormai usato solo come prigione.
Al momento non si hanno altre notizie certe sulle vicende vissute nel castello, ma già queste ci permettono di capire l’enorme e fin ad ora insospettata importanza di questo edificio, citato nella relazione del 25 giugno 1562 fatta dal Commissario del Ducato di Milano, Cristoforo Massara in cui si dice che “l’Imperial Borgo de’ Fornari”, ha un “ castello non forte”, cioè non da difesa, ma per abitazione.
Possiamo ipotizzare che sia stato Domenico Spinola a farlo decorare di mattoni durante il restauro cui si accenna nel testamento del 1490, proprio per renderlo una elegante, piacevole e confortevole dimora degna di ospitare i grandi del momento, parallelo, ormai dimenticato, dei famosissimi castelli della Loira.
Negli anni 1736 e ’37 Borgo è in pieno fermento edilizio.
Il marchese Giovanni Battista Spinola ha deciso di por mano alla costruzione di un Ospitale per gli ammalati del luogo.
Come opera di corredo, si costruisce una fornace mentre viene totalmente abbattuta la “casa dell’Ufficio dei Poveri”.
La filza 257 (inv. 17) dell’Archivio Salvago Raggi contiene i fogli dei “Conti delle spese relative ai lavori nell’Agenzia di Borgo Fornari”.
Sono fogli paga, elenchi con i nomi degli operai, la descrizione delle loro funzioni e alcuni cenni sul tipo di lavoro svolto come: “... trasportare legnami dalli boschi e mattoni dal castello ...”
Per il Castello di Borgo Fornari sono gli anni del declino.
Ridotto a poco più di una cava di materiale edile per le nuove costruzioni, l'edificio verrà via via assumendo l'aspetto della masseria con casa colonica che molti ricordano.
Di quegli stessi anni infatti è la costruzione (filza 257 - inv.17 ) di una casa a castello dove si diroccano muraglie e sene fanno di nuove.
Fino qui le notizie storiche.
Concludiamo però con una riflessione che pensiamo utile e forse non del tutto scontata.
Quelle di Borgo Fornari sono vestigia di un castello che nei segmenti di maggior pregio – ovvero la rifinitura in mattoni - afferiscono ad una costruzione di rielaborazione nettamente rinascimentale.
E questo è un elemento di assoluta novità per la valle Scrivia che di castelli ne conta molti ma di ben diversa tipologia.
Cosa fosse in origine il castello di Borgo non è chiarissimo cosa divenne sul finire del 1400 è al tempo stesso certo e sorprendente.
E’ una scheggia di rinascimento conficcata nell’appennino, una dimora patrizia di dignità reale, in grado per oltre cent’anni di costituire il riferimento obbligato negli spostamenti della nobiltà europea tra Genova e la valle del Po. E questo costituisce un elemento di tipicità straordinario per Borgo Fornari e per l’intero oltregiogo.
Non è lo stereotipo fin troppo abusato del castello medievale a parlare da queste pietre ma il rinascimento con i suoi fasti e le sue corti ospiti qui magari solo per una notte.

Ronco Scrivia 15.04.09    Musante - Raviola - Traxino