le frazioni ...



BANCHETTA

E' un gruppo di case situate qualche centinaio di metri prima del Porale (raggiungibile provenendo da Ronco o, in alternativa, da loc. Vallecalda, per un'agevole stradina quasi interamente asfaltata), all'incrocio di numerose strade e mulattiere.
Una piccola trattoria sorge dove una volta era ospitata la scuola elementare.
Poco distante corre il confine tra Liguria e Piemonte; le case al di la del fosso, loc. Giusalem, appartengono al comune di Fraconalto.
Proprio in mezzo un recinto ospita alcuni daini; diversi esemplari di questi simpatici ungulati oggi vivono liberi nei boschi del comune.



MALVASI

E' un gruppo di case "appollaiate" sulla destra dello Scrivia.
La frazione è facilmente raggiungibile, anche a piedi, in poche decine di minuti, partendo dal piazzale della Stazione FF.SS. ed attraversando il ponte medioevale, svoltando quindi a destra ed imboccando, appena superato il Convento delle Suore Benedettine, una stretta strada sulla sinistra.
Molti pensavano che qui un tempo sorgesse la antica chiesa di S. Martino.
In verità gli abitanti del luogo avevano edificato, in epoca precedente al 1500 una cappella dedicata a S. Giovanni Battista, successivamente abbandonata e distrutta definitivamente da una delle ricorrenti piene dello Scrivia nel 1892.
Lungo la strada è possibile visitare, nel convento delle suore Benedettine della Provvidenza, il museo dedicato alla Beata Benedetta Cambiagio e la cappella dedicata a N.S. della Provvidenza, eretta nel 1899.



MINCETO

Forse la più bella frazione del comune, certamente la meglio recuperata, si trova alle pendici del Monte Reale, poco sotto il bivio che sovrasta la Val Vobbia e conduce alle rocche del Reo Passo.
Il paesino, un borgo agricolo che conserva alcuni segni della sua antica vocazione (le carbonaie), dopo essersi completamente spopolato agli inizi degli anni '80 è stato riscoperto ed oggi, specie nel periodo estivo, è una delle mete preferite da chi fugge la calura della città.
La bella chiesetta, costruita nel 1658, è dedicata alla Madonna della Neve.
Tra l'estate del 1944 ed il maggio 1945 l'allora parroco di Ronco, Don Pitto, vi celebrò la Messa avendo là stabilito la sua residenza per sfuggire ai bombardamenti.
Il Minceto (638 m. sul livello del mare) può essere raggiunto in auto, percorrendo la strada Provinciale della Bastia e imboccando, poco prima dell'abitato di Pietrafraccia, una comoda strada asfaltata sulla sinistra, oppure a piedi, sia percorrendo la vecchia strada comunale (partenza dalla provinciale della Bastia con deviazione a sinistra ca. 200 metri dopo il ponte sul torrente Chiappone) sia utilizzando il percorso per il Monte Reale (segnavia due X gialle) con partenza dalla stazione FS.



PIETRAFRACCIA

La più grande frazione montana del comune è situata a mezza costa tra Ronco e il passo della Bastia.
La sua nascita è sicuramente antecedente il 1214. Il nome originario (Petrafracta) è legato alla presenza in prossimità del paese di imponenti blocchi di puddinga estremamente friabili.
Il paese ospita un'imponente parrocchiale ed un oratorio.
La chiesa della frazione, probabilmente costruita nel XIII sec., era originariamente situata dove oggi sorge il cimitero e venne spostata nella sua attuale sede intorno al ‘500.



PORALE

Il paesino (poche case e una chiesetta) è situato alle Pendici del Monte Alpe di Porale (m. 835) a circa 7 km. dal capoluogo.
Può essere raggiunto a piedi (in circa 1 ora e mezza) o in auto percorrendo la strada asfaltata che partendo dal quartiere di Villavecchia, in prossimità del ponte che attraversa il Rio Ladde (dal casello autostradale direzione Ronco attraversando l'intero paese, indicazioni per Cipollina, Banchetta, Porale - dalla stazione FS utilizzando la passerella pedonale e percorrendo interamente via Roma in direzione Nord), si snoda salendo tra boschi di castagni e rovere (in alternativa, per una passeggiata ecologica, utilizzare il percorso Ronco Scrivia - Monte alpe di Porale e scendere verso il paese sulla sinistra una volta raggiunta la cappellina di Tanadorso - segnavia rombo giallo, tempo di percorrenza 2 ore).
Il paesaggio è suggestivo, tra ampi prati, colonie d'erica e curiose formazioni rocciose che costellano il monte soprastante (non visibile dall'abitato).
La recente galaverna (inverno 1997/98) ha, purtroppo, gravemente danneggiato i boschi circostanti.
Adagiata in una valletta all'inizio della strada per Tanadorso sorge la chiesetta che contiene forse l'ultima memoria storica di un antico monastero benedettino; un affresco della Madonna tra i Santi Giacomo e Filippo, probabile ridipintura settecentesca d'immagini più antiche.
L'antica abbazia, che aveva il titolo di Santa Maria del Porale, era stata fondata nel 1208 nei pressi della "Fonte del Perogallo", oggi scomparsa (o, meglio, cementificata!).
Il monastero, affiliato a quello Cistercense di Rivalta, doveva avere il duplice scopo di offrire ospitalità ai viandanti che percorrevano l'ancora importante Postumia Anteriore e di costituire un rifugio contro i banditi.
La soppressione avvenne con una bolla di Papa Sisto IV nel 1481.
Ogni anno, nel primo fine settimana del mese di settembre, si tiene la festa della frazione.



TANADORSO

Oltre il passo dove sorge l'omonima cappellina e un'aquila bronzea degli alpini si apre un'ampia valle in parte coltivata sovrastata da un imponente dirupo di conglomerato.
Un'ampia corte, tuttora abitata per l'intero anno, costituisce il principale nucleo abitato del vallone.
Il prof. Meriana descrive così la frazione: "In capo a terreni pianeggianti, ben lavorati, fertilissimi, vi sono poche case abitate dai sopravvissuti alla diaspora che ha spopolato l'Appennino. Così la vasta conca di questo straordinario paese conosce ancora i segni dell'antico amore per la terra".